Gli animali delle Grandes Murailles
Non conoscevo Cervina; per me lo sci da discesa era al Colle di Joux o a Gressoney, e quello di fondo al pistone di Brusson.
Ho scoperto tardi Cervinia; la fortuna di poter passare per qualche anno una settimana alla fine della scuola in un appartamento al Giomein con i miei cugini e nostra nonna.
Una settimana decisamente dura per noi, quando diciottenni, presi tra l’ultimo anno di liceo e il primo di universita’ ci dividevamo tra i banchetti cucinati dalla nonna e le sciate estive a Plateau..anzi, si sciava anche dal lato italiano sulla parte alta tra Teodulo e Bontadini… il riscaldamento globale gia’ iniziava a mostrare i suoi effetti, ma evidentemente a Cervinia non ce ne eravamo ancora accorti, era l’inizio degli anni 90.
Dalla finestra della cucina, vedevo il Ghiacciaio del Cherillon, mi incuriosiva la sua pendenza, per me era un ghiacciaio “appeso”, non un ghiacciaio “appoggiato” , intuivo la presenza e l’imponenza della Gran Becca, e osservavo la criniera della Testa del Leone, ma ci sarebbero voluti altri anni, quasi trenta altri anni per accorgermi – grazie non alla mia sola immaginazione- della presenza di altri animali, al cospetto del Cervino.
Cervinia ti resta nel cuore.
Dopo quelle settimane di estate, non sono piu’ tornato a Cervinia per parecchio tempo, la vita ti porta a destinazioni differenti,l’acqua passa sotto i ponti, e il Marmore, di acqua, ne aveva fatta passare parecchia.
Ma Cervinia ti resta nel cuore. E prima o poi torna..
Torna ogni volta che sali sul Mombarone e lui fa capolino dietro il Monte Rosa, quando scollini alla Bettaforca, e li’ vedi le Cime Bianche e sai e’ che appena li’ sotto, quando scii al Crest, quando sali le punte della Valchiusella, quando torni dal mare e sei in autostrada nel Cuneese, quando sorvoli le Alpi per qualche trasferta di lavoro. Cervinia torna.
E io ho ripreso a frequentarla stabilmente una decina di anni fa; storie di pelli di foca, di sci da discesa e da fondo, storie di mountain bike, ma non e’ questa la storia che voglio raccontare; ricordate che parlavo di animali al cospetto del Cervino? Bene, non stavo scherzando.
Un paio di anni fa ero a Plan Maison, sci ai piedi con mio figlio, otto anni, giornata di sole, fermi a bordo pista con lo guardo verso le Grandes Murailles
- Se guardi bene quelle montagne, vedi un animale che sta osservando il Cervino – dissi io, spronando il mio ragazzo aindividuare il Leone.
Dopo qualche secondo – Lo vedo! Si’, papa’, e’ un Rinoceronte! –
- Un Rinoceronte..?!!, dai, come fai a dire un rinoceronte? -
- Si’, ti dico che e’ un Rinoceronte…, con il corno corto…-
- Ma non ci credo, mi stai prendendo in giro, dove lo vedi un Rinoceronte sulle Grandes Murailles? –
- La’….- e accompagno’ l’indicazione con un movimento di scatto della sua mano, il guanto non gli permetteva di distendere completamente l’indice, ma la direzione era chiara, e l’immagine …ancora di piu’.
- In effetti una certa somiglianza c’e’…- risposi, sempre piu’convinto che l’immaginazione dei bambini sia la chiave per guardare e apprezzare meglio il nostro mondo, e per un attimotornai a trenta anni prima, al mio ghiacciaio appeso e non appoggiato, la spalla del mio Rinoceronte, il rinoceronte era li’gia’ da allora e osservava la punta del Cervino da sempre, sorrisi cosi’, perso nel mio pensiero, e aggiunsi
- …ma io intendevo qualcosa di piu’ a destra del Rinoceronte, guarda con piu’ attenzione –
Pochi secondi, - SI’! c’e’ un altro animale! –
- Hai visto, Tom? , e che animale e’?-
- Un …. Gorilla! –
- No, Tom, passi il Rinoceronte , ma il Gorilla proprio non c’e’…-
- Sei sicuro? – mi chiese
No, ovviamente non potevo piu’ essere sicuro…
- Mostramelo ! - aggiunsi
- Ma,… Tom, non so sai? Anche qui…,in effetti,…– dissi io e aggiunsi – secondo me pero’ e’ piu’ un Leone, guarda che bella criniera –
Il ragazzo rimase a osservare, si vedeva chiaramente che non era del tutto d’accordo, ma continuava a seguire le creste delle Grandes Murailles, che si stagliavano per 1500 metri sopra di lui.
- un Gorilla- disse, e riprese a sciare.
Aspettai un attimo prima di lanciarmi al suo inseguimento, e in quell’attimo guardai la Testa del Leone: - un Gorilla- pensai, - un Gorilla,… anche lui a guardare la punta del Cervino –
Ma non era finita li’.
La sera fu una classica sera da apres-ski… muscoli delle gambe roventi, fame e sonno smisurati, ma, calmata la fame con carbonade e polenta, i muscoli e il sonno non furono sufficienti a fermarci dal prendere lo slittino e buttarci giu’ dalle piste di Cieloalto.
Il giorno dopo tornammo a sciare, noi, circondati dai nostri animali. E seguimmo ancora il profilo delle Grandes Murailles, allontanandoci dal Cervino, verso valle.
- Tom, guarda! – indicai – se guardi quella punta si vedono chiaramente le fauci aperte di un Coccodrillo che azzanna un boccone –
- si’, e le cime alla sua destra sono proprio uguali alla corazza che hanno sulla schiena! – ribadi’ lui,
avevo imparato le regole del gioco.
E avevo scoperto un altro animale. In questo caso particolare ci aiuta la geologia : la bocca del Coccodrillo , mandibola e mascella, penso abbiano una formazione differente dal boccone che viene ingurgitato e risultano di roccia piu’ chiara.
- va detto, aggiunsi, che il corpo e’ un po’ troppo corto rispetto alla testa,…-
- si, ma anche sulle magliette e’ cosi’ – disse Tom, discorso chiuso, finito. Era un Coccodrillo.
Erano finite le vacanze e si tornava alla vita di tutti i giorni, scendendo dalla Valtournenche parlavamo delle sciate, della neve, delle cadute (ci faceva sempre ridere tantissimo).
- Hai visto che abbiamo anche trovato degli animali sulle GrandesMurailles, Tom? –
- SI, il Rinoceronte , il Coccodrillo e il Gorilla! … dovrebbero chiamarla Testa del Gorilla, non del Leone! –
Sorrisi, - si , forse hai ragione, ma per me e’ piu’ un Leone –
L’inverno di due anni fa (2019, ho scritto queste pagine nel 2021….) e’stato l’ultimo inverno normale, nel senso di normalita’ che abbiamo sempre dato all’inverno, e purtroppo non ho avuto la possibilita’ di vivere Cervinia con la consueta assiduita’, ma qualche gita con le pelli di foca me le sono regalate, e al pomeriggio, dalla mia casetta dello Shuss1, solo, mi sono fermato a disegnare con lo sguardo il profilo delle Grandes Muraillespartendo dalla punta del Cervino.
E ho incontrato i nostri amici posti a guardia a questa meravigliosa valle, il Leone – o il Gorilla, se preferite, - il Rinoceronte, e, un po’ piu’ distanziato e con lo sguardo rivolto a valle, il Coccodrillo intento a mordere il suo pasto.
Ho sorriso, ho bevuto un sorso di the e sono tornato a guardare la punta del Cervino che era ancora illuminata dall’ultimo bagliore di sole della giornata.
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